Uomini Illustri Aretini

- Adolfo De Carolis e alcune rappresentazioni -

Il "Ritratto di Uomini Illustri Aretini", costituisce l'approdo del pittore Adolfo De Carolis nel magico mondo Preraffaellita. Per l'Artista i "Grandi" raffigurati rappresentano un esempio di dignità, veri e propri modelli ai quali ogni uomo dovrebbe rifarsi.

(Adolfo De Carolis 1874/1928, Ritratto di Uomini Illustri Aretini, Palazzo della Provincia)

L'opera situata nella parete opposta della "tribuna", appare divisa in due zone:

  • una superiore con tema prevaricante la rappresentazione delle arti del trivio e del quadrivio;

  • una inferiore rappresentante la schiera dei "Grandi Aretini".

- Zona Superiore -

Al centro è collocato lo stemma aretino, caratterizzato da un cavallino rampante, sorretto da due fanciulli nudi ai cui lati sono rappresentate le figure classicheggianti di due donne  che impersonificano l'Arte e la Scienza.

Proseguendo verso gli estremi dell'affresco, mantenendoci sulla sezione osservata, vengono raffigurate le arti liberali del trivio (sx) e del quadrivio (dx), alle quali fanno da sfondo dei fanciulli che sorreggono un drappo rosso che chiude lo spazio retrostante.

Agli estremi superiori dell'opera sono rappresentati elementi storico architettonici, che sono di estrema utilità per il riconoscimento della città di Arezzo, come teatro dei concetti espressi dal De Carolis.

  • Troviamo dunque a sinistra le rappresentazioni della   Chimera di Arezzo e della Dea Minerva, simboli delle origini della nostra città, e della cultura dei nostri antenati Etruschi.

  • A destra, gli elementi caratteristici di due architetture religiose di fondamentale rilevanza: Il campanile della Pieve Aretina e Il Duomo, raffigurati in uno skyline che è indice oltre che del riconoscimento di un luogo, anche dell'assetto del suo territorio, inteso come "Arezzo, città collinare", dove la Pieve, risulta in effetti posta più in basso della Cattedrale, regalando in un immagine molteplici concetti.

- Zona Inferiore -

Le figure sono collocate in un corridoio delimitato da due porte fittizie poste agli estremi dell'opera. I nomi dei personaggi furono suggeriti al De Carolis dall'Accademia del Petrarca. Sono rappresentati uomini "Grandi", ambasciatori di Arte e Scienza con le loro opere in tutto il globo, artefici di creazioni artistiche e pubblicazioni scientifiche, che portano alla città un valore storico che parte dal loro operato in Arezzo nel passato estendendosi al mondo accademico ai giorni nostri.

  • Troviamo al centro la figura di Michelangelo scultore, isolato dal resto del gruppo da un pronao; dietro di lui, uno dei suoi Prigioni, colto nell'intento di divenire forma perfetta, attraverso la traformazione della materia, colto nel momento della trazione muscolare.

Con questa rappresentazione l'artista vuole sottolineare che i grandi, essendo anch'essi uguali agli uomini  comuni, hanno saputo distinguersi allontanando la Materia (ignoranza) per giungere all'Idea (Verità).

La disposizione delle figure rimanda alla "Scuola di Atene" di Raffaello, mentre l'estrema razionalità spaziale fa pensare a Masaccio, Piero della Francesca e Andrea del Castagno.

Molto accurata è la ricerca fisionomica che dona alle figure un significato intrinseco e ne conferma la loro appartenenza alla Storia.

- Collocazione degli Uomini Illustri Aretini nell'opera -

Gli illustri aretini raffigurati nell'opera sono partendo da sinistra:

  • Mecenate d'Arezzo, Guido Monaco musicista; Guglielmo Ubertini; Margarito d'Arezzo (pittore scultore ed architetto) nel quale Adolfo De Carolis si è raffigurato come autoritratto; il poeta Fra Guittone d'Arezzo; Spinello, pittore aretino; Masaccio, pittore di S. Giovanni Valdarno; Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini; Piero della Francesca di Borgo S. Sepolcro; Cristoforo Landini umanista, di Pratovecchio; Mino da Fiesole scultore; Luca Signorelli, pittore cortonese posto vicino a Michelangelo.

Dopo la figura dell'illustre pittore appena citato, riconosciamo di seguito:

  • Andrea Sansovino scultore; Bernardo Dovizi di Bibbiena, cardinale e autore; Giorgio Vasari, celeberrimo artista aretino; Giulio III di Monte San Savino; Pietro Aretino letterato; Benedetto Varchi, storico e umanista; Andrea Cesalpino, medico e filosofo aretino; Pietro Berrettini di Cortona, architetto e pittore; Alessandro dal Borro, uomo d'armi di Loro Ciuffenna; Francesco Redi, scienziato e letterato aretino; Bernardo Tanucci, statista di Stia; Vittori Fossombroni matematico e Pietro Benvenuti, pittore neoclassico di Arezzo.

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